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Intervista a La Nuova Provincia: alla Tosa Spa si costruisce con i Lego
Intervista a La Nuova Provincia: alla Tosa Spa si costruisce con i Lego.
E’ un’opera di ingegneria, bricolage ma soprattutto nata da tanta passione quella che ha visto coinvolti tre dipendenti astigiani della Tosa Spa di Santo Stefano Belbo, i quali hanno ideato, progettato e realizzato una macchina avvolgitrice in mattoncini Lego. La sfida era stata lanciata l’anno scorso, quando in azienda si propose di realizzare un prototipo in scala e perfettamente funzionante di uno dei macchinari di punta del marchio Tosa, gruppo italiano leader nel mercato internazionale degli impianti di fine linea. Lo scopo sarebbe stato quello di stupire i clienti in fiera ma soprattutto di fare una sorpresa alla titolare, Serena Tosa. La sfida e la sorpresa, a quanto pare, sembra essere riuscita. “Più che riuscita” conferma Serena Tosa a un anno di distanza. Ormai non c’è evento fieristico al quale partecipiamo senza che presentiamo il modello con i Lego. Ovviamente è sempre un successo, con i clienti che tornano bambini e si scattano i “selfie” accanto al macchinario, mentre i concorrenti rosicano dall’invidia – scherza la titolare, comprensibilmente orgogliosa del progetto.
E’ stata una sorpresa che mi ha commosso, soprattutto nel constatare l’impegno e l’ingegno che questi ragazzi hanno profuso. Conosciamoli, dunque, i “genietti” dei mattoncini a incastro. Si tratta di tre giovani di ventenni: Marco Balocco di Agliano, Luca Negro di Canelli e Luca Viarengo di Isola d’Asti. Coordinati da Giovanni Lori responsabile dell’ufficio Ricerca e Sviluppo della Tosa (e appassionato di Lego dal 1978), i tre ragazzi hanno realizzato il modello in scala1:10 di una macchina avvolgitrice automatizzata composta da 2.791 mattoncini “Avremo impiegato 30 ore di lavoro circa. Impagabile l’espressione dei fornitori quando richiedevamo pezzi su misura per la nostra macchina di Lego” ricorda Marco Balocco. Il 90% dei componenti sono infatti pezzi originali della nota casa di giocattoli danese ma il restante sono parti modellate in officina, richieste ad hoc ai fornitori o realizzate con il supporto di una stampante 3D messa a disposizione da Luca Negro, il quale rivela: il componente più complicato da realizzare è stato l’anello rotante, superiore ai 20 cm di diametro.
E’ stata una sfida entusiasmante ma anche complicata, soprattutto perché è stata portata avanti di nascosto dalla titolare. Doveva essere una sorpresa. Delicato anche il sistema di automazione, per il quale è stato fondamentale l’apporto di Luca Viarengo: “Sono sempre stato appassionato di Lego Technic, di cui conservo diversi modellini a casa, e mai avrei detto di poter un giorno applicare questa passione ad un progetto di lavoro. E per realizzare un modello dalle dimensioni così importanti”. Un sogno divenuto realtà e non a caso Serena Tosa ha ribattezzato la squadra “dream team”. “Sono fiera di loro, del loro entusiasmo e della loro voglia di fare” commenta l’imprenditrice. Una storia che di certo dimostra come i sogni possano diventare realtà, specialmente quando vengono coltivati in un ambiente fertile e stimolante.